martedì 3 aprile 2012

embrioni

ieri notte, prima di darla del tutto vinta al sonno, ho fatto uno dei pensieri più belli degli ultimi tempi. L’espressione corretta è mi ha visitato uno dei pensieri più belli. Sto leggendo Jean Klein, in questo periodo, e le suggestioni, gli stimoli, le proposte di pensiero sono moltissime. Adoro leggere ciò che è denso, ed è seminale: mi dà la sensazione di ingoiare grumi di vita, di accrescermi e di coltivare un'amicizia. Jean Klein tiene sullo sfondo la teoria karmica, di causa-effetto e, a debita distanza perché non-interessante ora, anche quella della reincarnazione. Non ci interessa, in effetti, indagarne i congegni e ridurre questo meccanismo ad algebre spirituali. Sarebbe un modo diverso e snob di pensare alla carriera e al successo. Però una cosa che ha detto, in proposito e relativamente en passant, mi ha illuminato. L’idea che noi scegliamo i nostri genitori, l’idea che si vada a visitare qualcuno perché è affine. La trovo una cosa sconcertante, per la bellezza silenziosa che emana e per il concetto di vita che insemina altra vita, del puro che si innesta nel travagliato dal quotidiano: si radica sovvertendo le nostre abituali gerarchie e si espande appunto rovescando ogni cosa, mettendo noi a testa in giù. Io ieri notte ho visto questa animula, che proviene da chissà dove, che è eterna ed eternamente sorridente, che sceglie di incarnarsi in una forma fisica, fatta di una-due-quattro-otto cellule e via via. E lei ha scelto, per ragioni imponderabili da parte di un’algebra qualsiasi, di prendere questa forma e di somigliare a qualcuno di già esistente. Scegliersi i genitori, e penso a come è accaduto di scegliere i propri. Vi era un’affinità da prima, da prima che fossimo addirittura concepiti. Crescendo, diventando sempre più se stessa, questa animella forse imparerà un giorno a riconoscere una tale abbagliante verità. Niente colpe originarie, niente peccati, ma la scelta di uno spirito libero, la responsabilità immensa e lieta di un essere che forse un giorno riuscirà a scrollarsi tutti gli atteggiamenti e le pose, e tornerà a percepire quella pura bellezza che era e che è.
ps. È molto probabile che le recenti cronache sugli embrioni del San Filippo Neri abbiano dato un contributo a questo pensiero.