lunedì 9 luglio 2012


Sento queste braccia che trepidano, perché percepiscono già un dovere e un senso nuovo
queste mani, si preparano devotamente a sorreggerti contro il mio petto
accudendo per ora una bolla d'aria, che a me pare più calda e che respiri.
Il tuo minuscolo corpo sul mio, sarà una lumachina addormentata
su un albero, a metà del cammino verso la rivelazione azzurra del cielo
e a quel velo tessuto di rondini, guarderemo entrambi e di notte
imparando a ricomporlo per costellazioni.
Ogni linfa sia tua, ogni singola ruga serva a sostenerti e siano gradini le mie imperfezioni.
Non uno dei gesti che d’ora in poi compirò, potrà fare a meno di te.

(alla mia lumachina ventura)


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