martedì 11 settembre 2012

Siamo noi il paesaggio


siamo finalmente arrivati. c’è ancora un poco di affanno
nel tuo corpo, che si flette assecondando il respiro,
aprendo e chiudendosi, mostrando e coprendo la pancia
come un uovo che fa capolino tra le piume.
poi mi chiedi di dimenticare lo sguardo, e di lasciare
che siano questi alberi e quest’acqua a guardarci.
siamo noi il paesaggio, mi dici, senza che io capisca subito.
il cane è felice, inizia a correre per il bordo del lago,
non lo vedo quasi più, sento la consistenza festosa e variopinta della sua libertà,
di quello che prova adesso inondato da odori di ogni specie
galoppando festoso in ogni direzione. 
ti siedi, con un po’ di fatica, incroci le gambe
ti lasci guardare da tutto questo:
stiamo per raccontare una nuova storia
che comincia con il tuo ombelico
e per la prima volta nella mia vita non dovrò cercare le parole.

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