martedì 29 novembre 2011

La fine del mare

Era la giornata ideale. Hal desiderava immergersi in quelle acque da molte settimane, ma il maltempo, impegni imprevisti, seccature di varia natura lo avevano sempre costretto a rinunciare. Quella mattina capì subito che era la volta buona. Preparò la muta, gli erogatori e il resto dell’attrezzatura, andò a cercare il portafortuna che si legava sempre al polso quando andava sotto e prima di indossarlo ne saggiò una a una le punte di stella marina stilizzata, regalo di una vera amica. Avrebbe voluto correre subito al mare, scendere per le rocce - dalla strada venti minuti se andava bene, con tutto quel peso - e poi tuffarsi. Ma preparando il necessario si era accorto che la boa di segnalazione era rovinata, forse uno scherzetto del gatto, nonostante fosse stata riposta correttamente. Così Hal dovette andare in paese, aspettare l’apertura del negozio per sub, e acquistare una boa nuova, identica alla precedente. Ma mentre i pensieri si infrangevano contro la massa dura e ovoidale della sua pazienza ben addestrata, sentiva che il desiderio continuava a essere più forte, e avrebbe superato qualunque piccolo imprevisto. In maggio il mare è ancora impregnato dei segreti di tutto l’inverno, e lui moriva dalla voglia di scoprirne qualcuno.
Fu in acqua solo verso le undici. Nonostante la muta da 6 mm provò un brivido, e fu sfiorato dal timore, appena sentì il rumore alieno e cadenzato del respiro. Poi però tornò tranquillo e cominciò a immergersi. Rivolgeva lo sguardo ovunque, sfruttando la poca luce che ancora filtrava. Sentiva i colpi di pinna spingerlo con grande fluidità, le spalle adesso erano abbastanza calde, e continuava a scendere, scorrendo come un corpo che si era finalmente ricongiunto al mare. Meno quindici, meno diciassette, meno venti. Il profondimetro gli teneva compagnia con un incedere regolare. Tutto procedeva magnificamente. All’improvviso provò una sensazione strana. Il mare era finito. L’acqua, le rocce, i piccoli pesci furtivi che non aveva voluto disturbare. Non c’era più niente. Niente. Aveva trovato la fine del mare.

Nessun commento: